IL PRESIDENTE
Socio Fondatore
Domenico Buonanno
LA MIA STORIA
Mi chiamo Domenico Buonanno, ho 37 anni (nato il 31 Dicembre, in “onore” del mio cognome!) e sono un infermiere specialista.
Lavoro all'ospedale Cardarelli di Napoli dal 2002, sono sposato e papà di due bambine.
Sono anche un istruttore nazionale di manovre di disostruzione e rianimazione BLSD/PBLSD.
Nel 2005, dopo varie esperienze in altri ospedali d'Italia, ho superato le selezioni per lavorare alla Centrale Operativa del 118: con il tempo, mi sono reso conto che il 118 e le manovre di disostruzione sono servizi di vitale importanza ma ancora poco conosciuti e apprezzati, nel nostro Paese e in Campania, dove io lavoro.
Esistono sicuramente esperienze positive e negative, ma molti ancora non sanno come funziona il 118.
Alcune persone chiamano e, non appena sentono il disco registrato che avvisa che “la telefonata sarà registrata”, capiscono male e registrano un messaggio come se fosse una segreteria telefonica.
Altre mal sopportano le domande dell'operatore, reagiscono come se esse fossero frutto di curiosità personale: “Mica faccio 'o miereco!” (trad.: “mica faccio il medico!”), rispondono stizziti in dialetto napoletano.
E' ormai un cult la famosa telefonata della signora che chiama il 118 poiché il gabinetto è otturato e c'è il pericolo che possa crollare in testa alla signora del piano di sotto.
Quando l'operatore incredulo le ricorda che il 118 è il servizio di emergenza sanitaria, lei per tutta risposta afferma: "E cchiù sanitario e chist (più sanitario di questo)?!” con il gabinetto inteso come sanitario.
"La telefonata al 118"
Questa telefonata suscita sempre tanta ilarità, ma nasconde alla base tanta ignoranza: non si tratta di uno scherzo telefonico, l'utente è convinta che quella sia la funzione del 118.
Ci sono persone che quando l'operatore risponde l'unica cosa che riescono a dire è: currite... currite....
Inizialmente pensavo fosse un gap tutto meridionale, anzi napoletano. All'inizio mi sentivo in colpa; poi ho ricevuto rassicurazioni dai colleghi di altre centrali operative del Nord Italia, che mi hanno confermato come anche a loro succeda spesso di rispondere a telefonate strane, scambi di numero e scherzi. Sono arrivato alla conclusione che il 118 è tutt'oggi poco conosciuto anche perchè si tratta di un servizio giovane, partito in Campania nel 2000 e ancora non entrato del tutto nella cultura delle persone.
Per questo motivo, quando ho iniziato a lavorare all'Ospedale Cardarelli, mi sono proposto di fare qualcosa per cercare di invertire questa tendenza.
Era il periodo di "calciopoli" e delle trascrizioni delle telefonate di Moggi e degli arbitri, che tutti i giorni invadevano i giornali e le televisioni.
In quel periodo anch'io nutrivo la voglia di creare un spazio su internet tutto mio: non essendo poeta, giornalista, non occupandomi di politica, ho creato un blog di utilità, che servisse a far comprendere l’importanza di una corretta chiamata di emergenza, attraverso delle vere trascrizioni di telefonate di S.O.S. chiaramente al netto di tutti i riferimenti di privacy, temporali e spaziali, chiamandolo “pronto118” Telefonate di Emergenza, il Blog di Silvestro (per nascondere la mia identità).
IL BLOG DI SILVESTRO
L'ho realizzato perché ognuno, leggendo cosa accade realmente quando si chiama al 118, possa rendersi conto di quali e quante domande vengono fatte e perchè, scoprendo cosi la loro finalità e la loro utilità. E possano comprendere, così, l'importanza della collaborazione e di una corretta chiamata di emergenza, che già da sola a volte può salvarti la vita.
Così, il 20 aprile 2007 pubblicai il mio primo post sul blog di Silvestro.
Qualche mese dopo arrivò in centrale una telefonata che scosse la tranquillità lavorativa. Un bambino di due anni stava soffocando a causa di un boccone andatogli di traverso e la madre, presa dal panico, oltre a urlare l'unica cosa che riuscì a fare fu telefonare al 118.
In quel caso l'operatore fu bravo per due motivi in particolare: riuscì a prendere tutti i dati, cosa complicatissima quando chi chiama urla e si tratta di bambini poiché subentra il coinvolgimento emotivo, anche al più esperto degli operatori tremano le mani sulla tastiera mentre si digita l'indirizzo; poi, trascritti i dati, non riagganciò a causa della poca collaborazione della donna, ma insistette affinché provasse ad applicare le manovre di disostruzione pediatriche poiché l'ambulanza avrebbe impiegato almeno 5 minuti per raggiungere la sua abitazione e potevano essere fatali.
Quella mamma, vista l'insistenza e capita l'importanza, abbandonò l'iniziale timore e iniziò a chiedere cosa fare usando un tono stavolta collaborativo. L'operatore le consigliò le manovre, lei le mise in pratica e al secondo colpo si sentì il bambino piangere. Il pianto è un segno positivo, vuol dire che le vie aeree si sono liberate. Il bambino iniziò a piangere, la mamma scoppiò a piangere di conseguenza, l'operatore pure, e tutti gli operatori ascoltarono commossi quel pianto liberatorio per 5 minuti, tra sentimenti di gioia e soddisfazione. E quando arrivò l'ambulanza sul posto, non ci fu nemmeno bisogno di trasportare il piccolo in ospedale. La notizia fu riportata dalla stampa locale e io ne scrissi sul mio blog.
Io trascrissi la telefonata senza minimamente immaginare che di lì a poco quell'episodio avrebbe dato una svolta alla mia vita.
Qualche giorno dopo, infatti, mi giunse una lettera.
Il mittente era un medico volontario della Croce Rossa Italiana, che poi sarebbe diventato famoso: il dottor Marco Squicciarini, impegnato in una vera e propria missione umanitaria, quella di salvare i bambini dal soffocamento.
Nella sua lettera, il dottore si complimentava per come il 118 aveva gestito la situazione di emergenza e chiedeva di dare spazio nel mio blog alla sua opera di sensibilizzazione sulle manovre di disostruzione.
Io, per la verità già piacevolmente sorpreso del fatto che qualcuno avesse trovato il mio blog tra centinaia di migliaia nel web, entusiasta, risposi subito che non solo avrei dato spazio alla sua missione ma mi sarebbe piaciuto collaborare con lui affinché anche nella mia città si potesse iniziare a diffondere quelle semplici manovre che fanno la differenza.
"La lettera che mi ha cambiato la vita"
Seguirono diversi contatti telefonici e il dottor Squicciarini mi invitò a una sua lezione, la prima in Campania, a Paestum, e io vi presi parte, in prima fila, con alcuni colleghi della centrale operativa.
E questo fu il mio messaggio il giorno dopo la lezione:
In quell’occasione incontrai per la prima volta Marco Squicciarini, che presto divenne per me guida, maestro e amico. Gli regalai il gatto Silvestro dei Looney Tunes, che è la mascotte del mio blog.
Da quel giorno è iniziato per me un percorso formativo e professionale incredibile e non mi sono più fermato.
Ho conseguito la Laurea Specialistica in scienze infermieristiche ed ostetriche.
Sono diventato istruttore a Roma, grazie a Marco, perché a Napoli esserlo è una delle cose più complicate di questo mondo.
Sono entrato in Croce Rossa dove ho conosciuto il meraviglioso mondo del volontariato, e tante belle persone, e diventato referente Regionale PBLSD CRI CAMPANIA rappresentando il progetto di disostruzione e rianimazione pediatrica e tutti gli istruttori della mia regione fino a Marzo 2013.
Ho partecipato con il dottor Squicciarini quando era Referente Nazionale e Internazionale PBLSD CRI a tantissimi eventi nazionali divenendo anche formatore di istruttori di manovre di disostruzione pediatriche e parte attiva dello staff nazionale MDPED (Manovre Disostruzione PEDiatriche).
Grazie al progetto “disostruzione pediatrica” ho fatto tanti tipi di esperienze, quelle belle che ti esaltano e quelle brutte ricche di delusioni che ti rafforzano, ho condotto lezioni con centinaia di persone ad ascoltarmi, corsi con medici come allievi, ho conosciuto tantissime persone, associazioni, Comuni, Politici, rilasciato interviste, addirittura un’emittente televisiva locale, per la verità molto locale, mi contattò, sulla scia televisiva del dottor Squicciarini, per mostrare in diretta le Manovre SalvaBimbi nel periodo di 30ore per la vita.
Al termine della trasmissione, il direttore, probabilmente per incoraggiarmi mi disse. "Hai visto il dottor Squicciarini dove è arrivato? Rai 1, Rai2, Mediaset, Forum?
Questa è una piccola emittente ma vedrai si inizia sempre così”.
In realtà da quella sera ormai sono passati diversi anni nessuna altra tv mi ha più contattato.
La mia esperienza televisiva si è conclusa li ed io continuo a ricordarla piacevolmente solo per mera soddisfazione personale.
Tante altre soddisfazioni personali e professionali hanno arricchito la mia persona e mai quanto le tre testimonianze che mi sono arrivate di bambini salvati grazie alle mie lezioni.
In questo periodo nasce l’incontro con tre persone eccezionali, che affascinati dal progetto, hanno voluto intraprendere il mio stesso percorso formativo, sostenendomi e diventando subito istruttori per poter essere parte attiva, e condividendo con me mille esperienze e iniziative in giro per la Campania, e l'Italia: la dott.ssa Alessandra Brianti collega operatrice di Centrale 118, il marito dott. Antonio Russo Tecnico di Radiologia dell’Ospedale Vecchio Pellegrini e mio cugino Domenico Zazzaro.
A maggio 2012 mi arriva una telefonata di una mamma che cerca disperatamente una lezione poiché il suo figlioletto che stava soffocando a causa di un pezzetto di pomodoro è stato salvato dal cognato che era lì con lei e conosceva le manovre grazie a un video su Youtube.
Al primo incontro telefonico mi dice: "La vita non si fa con i se e con i ma, ma se quel giorno non ci fosse stato mio cognato… non oso pensare come sarebbe finita. E sarebbe stata la fine”.
Da allora questa mamma caparbia e decisa è scesa in prima linea, con noi, abbracciando in pieno la nostra missione per far in modo che nessuna altra famiglia possa provare quello che ha provato lei in quei momenti o peggio ancora.
Dall’incontro con il suo entusiasmo contagioso, dopo una serie di lezioni interattive nella sua azienda un bambino venne salvato perché un suo dipendente aveva preso parte alle sue iniziative; ancora, abbiamo organizzato nel tempo tanti eventi per raggiungere famiglie, insegnanti, baby sitter.
A giugno 2013 si pongono le condizioni per la nascita di un’Associazione non lucrativa di utilità sociale che si occupasse nello specifico di diffondere le manovre salva bimbi, sostenere le famiglie che hanno perso un figlio e aiutare tutti quei bambini che a causa del soffocamento hanno riportato delle sequele invalidanti.
Ma anche tanto altro per il benessere di tutti i bambini e famiglie d’Italia che si trovano in situazioni di infermità, disagio e invalidità.
Il 25 giugno 2013, 5 soci firmano la nascita dell’ASSOCIAZIONE SALVABIMBI ONLUS e nominano me PRESIDENTE
Un grazie di cuore ai miei amici per la fiducia e a tutti coloro che vorranno aderire e sostenere le nostre idee e iniziative diventando moltiplicatori del sapere, perché in questo progetto possiamo essere tutti protagonisti e alleati.
Ognuno può fare la sua parte, ognuno può ritagliarsi il suo spazio.
Basta veramente poco.
Un grazie doveroso alla mia famiglia spesso trascurata ma sempre pronta ad incoraggiarmi ed a sostenermi in tutto e per tutto, un ringraziamento speciale a mia figlia Chiara "SalvaBimbi" per i suoi video informativi e le sue dimostrazioni da manichino e Ilaria che si appresta a seguire le orme della sorella maggiore.
Chi ha i figli nelle sue mani non può non sapere: è un DOVERE morale e sociale.
Per noi e per tutti SALVABIMBI è diventato anche un IMPEGNO.
Perché, per chi conosce le manovre giuste
SALVARE UN BAMBINO... E' FACILE COME UN RESPIRO..
ed è vero credetemi.
Il mio ultimo pensiero ad Ary, ed alla sua meravigliosa famiglia e a tutti i piccoli Angeli volati in cielo troppo presto, che ci guidano da lassù.
Domenico
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